
LIBERO 9 LUGLIO 2008
Che sciocchezza la lista nera dei cani pericolosi
OSCAR GRAZIOLI
Mi corre l'obbligo di ringraziare il sottosegretario Francesca Martini, per avere letto e sottoscritto le mie idee e parimenti ringrazio il senatore Fluttero con il quale ho avuto un proficuo colloquio circa le sue tesi sullaggressività di certe razze canine e la prevenzione dei potenziali danni alla salute pubblica.Visto che finalmente gli interlocutori, al di là delle proprie
idee, ragionano e paiono inclini ad ascoltare le voci di chi, da anni si occupa di psicopatologia del comportamento canino e di problemi legati alle sue deviazioni, colgo loccasione per un chiarimento che mi pare dobbligo. Il sottosegretario Martini annuncia che non ci sarà nessuna black list (lista dei cattivi), in ciò confortata dalla senatrice del Pd Donatella Poretti, ma in totale disaccordo con il senatore di An Fluttero, il quale ha presentato un disegno di legge
volto a far scomparire dal nostro Paese determinate razze di cani che egli, o meglio i suoi tecnici, ritengono meritevoli di estinzione.
Dal colloquio con il senatore mi pare di aver capito che questa storia dell'estinzione non è altro che una bonaria forzatura per sollevare il problema, in modo che il governo, con il conforto dell'opposizione, possa addivenire finalmente alla risoluzione del problema, che non sarà
quella di evitare il morsicare dei cani (impossibile), ma di prevenire il più possibile eventi letali o gravi, specie a carico dei bambini.
Per la verità, leggendo le ultime del senatore, secondo cui l'opinione pubblica dimentica tutte le gravi menomazioni ragionando solo sulla base dell'emotività, sembra avvalorare il fatto di volere davvero l'estinzione, nel nostro paese, di determinate razze, quali Rottweiler e
Pit Bull (e i Dogo, i Tosa, gli Akita?), compresi i meticci, cosa che finirebbe in uno sterminato ginepraio. D'altronde è molto apprezzabile lo sforzo del sottosegretario Martini nellevitare le liste, apprezzabile, ma poco realista. Se rendiamo obbligatorio un corso e un esame per chiunque voglia acquistare un qualsivoglia cane, troviamo dimezzata la popolazione canina dopo una settimana (l'altra metà la troviamo sullo svincolo dellA1). Corso obbligatorio solo per le grandi taglie, diciamo sopra i 20 Kg? Penalizziamo chi vuole un Terranova, un Golden Retriever, un Bob Tail, un S. Bernardo, un Collie (Lassie), tutte razze riconosciute tra le più affidabili, quanto a mansuetudine, in tutto il mondo?
A parte che sarebbe comunque una lista, per taglia o per peso, ma costituirebbe un grave errore. Non è vero che tutti i cani sono uguali e sbagliano solo i padroni, lo ribadisco. Anche il comitato di bioetica riconosce che esistono razze geneticamente improntate ad un maggior tasso di aggressività e quindi molto più delicate da allevare ed educare. Facciamo che, per una dozzina di queste, occorra l'autorizzazione del sindaco, il corso e lesame e avremo risolto il 99% delle gravi menomazioni o degli eventi letali, dovuti ad aggressione di cani, nel nostro Paese.
LA SICILIA 9 LUGLIO 2008
Black list dei cani addio entro l'estate
Roma. Entro l'estate stop alla black list dei cani pericolosi. Al via, invece, un piano che prevede la formazione e la responsabilizzazione dei proprietari. E per fermare la piaga del randagismo che conta 600 mila cani «di strada», di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio, oggi parte la prima campagna ideata dal ministero del Welfare e realizzata da Oliviero Toscani. Protagonista
«Rischio», un jack russell di due anni, amico fedele del figlio di Toscani. «Tu di che razza sei? Umana o disumana?», chiede l'amico a quattro zampe fotografato, da solo, al centro di una strada. Un pacchetto salva-animali che, tuttavia, ha sollevato polemiche per l'abolizione della lista delle razze pericolose.
Ecco il pacchetto animali nel dettaglio.
Mai più black list. Entro l'estate sarà emanata una nuova ordinanza sui cani pericolosi che però non conterrà la lista delle 17 razze per le quali ora sono previste particolari norme di sicurezza. E' prevista inoltre la messa al bando degli addestramenti che incentivano l'aggressività e il lavoro sulla formazione e la responsabilità dei proprietari.
No razze pericolose ma formazione. I cani, come gli uomini, non sono geneticamente aggressivi. Secondo l'esperto Raimondo Colangeli, Presidente della Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate e veterinario comportamentalista ci sono quattro motivi per abbandonare la black list: mancano numeri reali sulle aggressioni; la violenza non è genetica; i protocolli di allevamento sono sbagliati; l'addestramento all'attacco va contrastato.
Secondo il Codacons, però, 190 morsicature al giorno «non possono essere ricondotte solo al cattivo addestramento».
Campagna anti-randagismo. In Italia ci sono 600 mila cani di «strada» di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio. Contro questa piaga per la prima volta scende in campo il ministero del Welfare che, con Oliviero Toscani, ha lanciato una campagna nazionale. «Sarà la spina nel fianco di chi sta per abbandonare il proprio cane prima di andare in vacanza», ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che lancia anche la campagna canili aperti e politiche di affido.
LA ZAMPA.IT 9 LUGLIO 2008
Quattro ragioni per essere contrari alla black list sui cani pericolosi
Parla il presidente della Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate
CREMONA - Continua ed è sempre più animato il dibattito scatenato dalla proposta di Ddl del senatore Fluttero sulle razze pericolose e continuato da una proposta nettamente opposta
del sottosegretario al Ministero della Salute Francesca Martini.
Raimondo Colangeli, medico veterinario comportamentalista e presidente della Società Italiana di Scienze Comportamentali Applicate (SISCA- Federata ANMVI), dopo aver partecipato come esperto al tavolo di discussione sul benessere animale voluto dal sottosegretatio Martini, elenca almeno quattro ragioni per essere contrari alle black list:
1. Mancano i numeri reali delle aggressioni:
In Italia non abbiamo una panoramica reale delle aggressioni, in quanto sono refertate dai
servizi del sistema sanitario in percentuale significativa solo le aggressioni che avvengono allesterno delle abitazioni e verso estranei: i proprietari «difendono i loro pet (cani, gatti, ecc.)
minimizzando» i comportamenti di aggressione nei loro confronti o all'interno delle mura domestiche. Dall'analisi del quadro epidemiologico i dati risultano falsati e quindi non attendibili.
2. La violenza non è genetica:
Una causa socio-culturale porta a scegliere alcuni tipi di razze per esaltare una violenza sociale di alcuni individui, ma qui non vi è nulla di genetico (nei cani come negli umani). La formazione dei proprietari e di tutti gli attori della filiera dell'animale da compagnia è la soluzione del problema.
3. I Protocolli allevamento sono sbagliati:
Razze canine considerate mansuete hanno dei comportamenti di aggressione legati a patologie comportamentali che si creano nei protocolli di allevamento che non sono attenti alla
socializzazione intra e interspecifica, allautocontrollo, alla esplorazione e conoscenza degli stimoli dellambiente di vita futura. Anche i cani che provengono da rifugi vengono abilmente «piazzati» facendo leva sul sentimento delle persone, senza una valutazione dell'animale e una formazione della famiglia adottante, con il risultato di avere dei cani «fobici sociali» con comportamenti di aggressione per paura. La razza non ha la minima importanza ai fini del rilevamento epidemiologico.
4. Occorre contrastare l'addestramento all'attacco:
Va contrastato qualunque addestramento che tenda ad aumentare o modificare sequenzialmente il comportamento di aggressione di un cane: come in altri paesi europei l'addestramento all'attacco deve essere strettamente regolamentato. In conclusione, i cani sono esseri senzienti (come sottolinea lo stesso Trattato di Lisbona), sono animali
estremamente sociali, dotati di aree cognitive ed emozionali che individualmente vengono modificate, arricchite con la collaborazione e laiuto di quellUomo con cui condivide la vita da 100.000 anni.
L'ARENA GIORNALE DI VERONA 9 LUGLIO 2008
EMERGENZE ESTIVE. Il ministero della Salute lancia una campagna
«Abbandonare i cani è disumano»
Martini: «Mai più liste di razze pericolose»
Elisa Pasetto
«Tu di che razza sei? Umana o disumana?». Con queste parole Rischio, un jack russell di due anni con uno sguardo dolcissimo e un orecchio leggermente abbassato, fa capolino da manifesti e foto della campagna del Ministero della Salute contro l'abbandono degli animali, rivolgendosi direttamente ai destinatari (una famiglia su due, che in Italia convive con un animale domestico): «Lasciami da un parente, da un amico, in una pensione, in un canile, ma non lasciarmi per strada. Pensaci: abbandonare un animale è un reato penale».
E così che il fotografo Oliviero Toscani ha interpretato la campagna rivolta a contrastare il fenomeno dellabbandono attraverso la responsabilizzazione dei proprietari e linformazione sulle sanzioni, presentata ieri a Roma dalla veronese Francesca Martini, sottosegretario al Ministero della Salute.
«Il nostro è un Paese che pone il benessere animale e la presenza di animali da affezione nelle
nostre famiglie come pilastro di civiltà», ha dichiarato il sottosegretario, «per questo ci impegneremo per contrastare l'abbandono sia con leducazione alla cura e alla "relazione" con gli animali, sia attraverso un inasprimento delle pene già previste. Chi medita di andarsene in vacanza e di abbandonare il suo cane per strada dovrà pensarci bene».
Chi si macchia di questo reato, infatti, oltre a rischiare l'arresto fino ad un anno o un'ammenda da mille a 10mila euro (legge 189/2004), si rende anche corresponsabile di rischi connessi al
randagismo: dalla potenziale aggressione per le persone, agli altri animali e agli allevamenti, alla diffusione di malattie infettive e infestive, fino agli incidenti stradali. Centinaia di questi, ogni anno, sono causati proprio da animali randagi. In Italia sono 590mila i cani randagi, di cui solo un terzo ospitati nei canili (6 milioni quelli di proprietà).
Una soluzione, è stato sottolineato ieri, è anche l'affido: porte aperte, dunque, ai canili.
Il manifesto apparirà da oggi sui principali quotidiani e gigantografie si staglieranno, dal
21 luglio, lungo strade e autostrade.
«Bisogna andare contro la sottocultura vigente in Italia che tratta gli animali come giocattoli»,
ha aggiunto Martini. «Occorre invece l'educazione dei proprietari per garantirne unottimale detenzione».
A questo proposito, conclude, «entro l'estate sostituiremo l'ordinanza Sirchia sui cani pericolosi».
Addio alla black list con le razze pericolose. Via, invece, a maggiori controlli nei centri di addestramento, per abolire qualsiasi forma di aggressitivà.
ANSA AMBIENTE 8 LUGLIO 2008
STOP CANI PERICOLOSI; PARTE PIANO ANTIRANDAGISMO
ROMA - Entro l'estate stop alla black list dei cani pericolosi. Al via invece un piano che prevede la formazione e la responsabilizzazione dei proprietari; il bando agli addestramenti aggressivi; la scelta di affinita' cane-proprietario. E per fermare la piaga del randagismo che conta 600 mila cani ''di strada'', di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio, dal 9 luglio parte la prima
campagna ideata dal ministero del Welfare e realizzata da Oliviero Toscani. Protagonista 'Rischio', un jack russell di due anni, amico fedele del figlio di Toscani. A questo cane di piccola taglia il compito di sensibilizzare i cittadini: ''Tu di che razza sei? umana o disumana?'', chiede l'amico a quattro zampe fotografato, da solo, al centro di una strada. Un pacchetto salva-animali che, se da una parte vede tutti d' accordo sul fronte abbandono, ha sollevato non poche
polemiche per l'abolizione della lista delle razze pericolose. ''Entro l'estate sostituiremo l'ordinanza sui cani pericolosi - ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini - e non ci sara' nessuna lista pregiudiziale che cataloga gli animali sulla base della razza''.
Risponde il Codacons: ''Il sottosegretario non vada solo nei canili ma anche a casa delle persone sfigurate dai pitbull''.
Ecco il pacchetto animali nel dettaglio:
- MAI PIU' BLACK LIST: pitbull, rottweiler e altre 15 razze possono tirare un sospiro di sollievo. Entro l'estate, in anticipo sulla scadenza prevista a gennaio 2009, sara' emanata una
nuova ordinanza sui cani pericolosi che pero' non conterra' la lista delle 17 razze per le quali ora sono previste particolari norme di sicurezza. Per la revisione dell'ordinanza si e' riunito oggi il tavolo ministeriale sul benessere animale. Oltre allo stop della black list si prevede il bando degli addestramenti che incentivano l'aggressivita' e il lavoro sulla formazione e la responsabilita' dei proprietari.
L'Italia, ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ''seguira' il modello francese con il massimo coinvolgimento delle strutture sul territorio e il lavoro sui proprietari'';
- NO RAZZE PERICOLOSE MA FORMAZIONE: i cani, come gli uomini, non sono geneticamente aggressivi e, quindi, afferma Raimondo Colangeli, Presidente della Societa' Italiana di Scienze Comportamentali Applicate (Sisca-Federata Associazione nazionale medici veterinari italiani) e veterinario comportamentalista, tra gli esperti che hanno partecipato
al tavolo per il benessere animale, ''non esistono razze canine pericolose''. Secondo l' esperto sono quattro i motivi per abbandonare la black list: mancano numeri reali sulle aggressioni; la violenza non e' genetica; i protocolli di allevamento sono sbagliati; l' addestramento all'attacco va contrastato;
- LA POLEMICA: contrario all'abolizione della black list il Codacons che chiede di ''togliere la
delega al sottosegretario Martini''. Secondo il Codacons le 190 morsicature al giorno ''non si possono ricondurre solo ad un mancato addestramento''. Cavalca la ''naturale aggressivita' di alcune razze'' il senatore del Pdl, Andrea Fluttero mentre invita a non abbassare la guardia il Movimento italiano genitori. Entusiasmo per l' abolizione delle razze da parte dell'Ente nazionale protezione animali (''bene il cambio di rotta, le liste non servono, sono tanti i cani che tornano a essere cani e non macchine da guerra dopo l'opera di rieducazione'', dice il presidente dell'Enpa Carla Rocchi). Bene anche da parte della Lega Antivivisezione;
- CAMPAGNA ANTI-RANDAGISMO: in Italia ci sono 600 mila cani di ''strada'' di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio. Contro questa piaga per la prima volta scende in campo il
ministero del Welfare che, con Oliviero Toscani, ha lanciato una campagna nazionale. ''Sara' la spina nel fianco di chi sta per abbandonare il proprio cane prima di andare in vacanza'', ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che lancia anche la campagna canili aperti e politiche di affido. Presto anche una guida, insieme al sottosegretario al Turismo, Michela Brambilla, agli alberghi che accolgono gli animali. (ANSA).
ANSA AMBIENTE 8 LUGLIO 2008
CANI PERICOLOSI: ENPA, OTTIMO CAMBIO DI ROTTA DEL GOVERNO
ROMA - ''Sappiamo che le liste di proscrizione non servono a nulla''. Lo ha dichiarato Carla Rocchi, presidente nazionale dell'Ente nazionale protezione animali (Enpa) condividendo le posizioni del sottosegretario alla salute, Francesca Martini, che oggi ha annunciato la nuova
ordinanza senza la ''black list'' delle razze dei cani pericolosi''.
''Da anni - ha precisato Rocchi - rieduchiamo i cani sottratti ai combattimenti clandestini. E lo facciamo con successo, lavorando pazientemente per farli tornare ad essere cani e non macchine da guerra. Persino un ex combattente educato alla ferocia puo' essere
rieducato alla dolcezza e a convivere pacificamente con l'uomo''.
L'Enpa, che partecipa al Tavolo ministeriale istituito dal sottosegretario Martini, si impegna da anni contro le liste di proscrizione, riferendo che ''sono inutili, dannose e creano psicosi e
fobie collettive. Non esiste nell'indole di nessun animale una ferocia innata: e' il contesto o l'uomo a rendere pericolosi i cani. Con il cambio di rotta del governo finalmente si interviene non sugli incolpevoli animali ma sugli uomini che, per ragioni varie, rendono feroci e aggressivi certi esemplari''.
Animalieanimali 9 LUGLIO 2008
DI CHE RAZZA SEI? PARTE CAMPAGNA MINISTERO SALUTE
E stop alla lista di proscrizione delle razze canine considerate pericolose.
Entro l'estate stop alla black list dei cani pericolosi. Al via invece un piano che prevede la formazione e la responsabilizzazione dei proprietari; il bando agli addestramenti aggressivi; la scelta di affinita' cane-proprietario. E per fermare la piaga del randagismo che conta 600 mila cani ''di strada'', di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio, dal 9 luglio parte la prima campagna ideata dal ministero del Welfare e realizzata da Oliviero Toscani.
Protagonista 'Rischio', un jack russell di due anni, amico fedele del figlio di Toscani. A questo cane di piccola taglia il compito di sensibilizzare i cittadini: ''Tu di che razza sei? umana o disumana?'', chiede l'amico a quattro zampe fotografato, da solo, al centro di una strada.
Un pacchetto salva-animali che, se da una parte vede tutti d' accordo sul fronte abbandono, ha sollevato non poche polemiche per l'abolizione della lista delle razze pericolose.
''Entro l'estate sostituiremo l'ordinanza sui cani pericolosi - ha detto il sottosegretario alla
Salute, Francesca Martini - e non ci sara' nessuna lista pregiudiziale che cataloga gli animali sulla base della razza''. Risponde il Codacons: ''Il sottosegretario non vada solo nei canili ma anche a casa delle persone sfigurate dai pitbull''.
Ecco il pacchetto animali nel dettaglio: - MAI PIU' BLACK LIST: pitbull, rottweiler e altre 15 razze possono tirare un sospiro di sollievo. Entro l'estate, in anticipo sulla scadenza prevista a gennaio 2009, sara' emanata una nuova ordinanza sui cani pericolosi che pero' non conterra' la lista delle 17 razze per le quali ora sono previste particolari norme di sicurezza.
Per la revisione dell'ordinanza si e' riunito oggi il tavolo ministeriale sul benessere animale.
Oltre allo stop della black list si prevede il bando degli addestramenti che incentivano l'aggressivita' e il lavoro sulla formazione e la responsabilita' dei proprietari.
L'Italia, ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, ''seguira' il modello francese con il massimo coinvolgimento delle strutture sul territorio e il lavoro sui proprietari'';
- NO RAZZE PERICOLOSE MA FORMAZIONE: i cani, come gli uomini, non sono geneticamente aggressivi e, quindi, afferma Raimondo Colangeli, Presidente della Societa' Italiana di Scienze Comportamentali Applicate (Sisca-Federata Associazione nazionale medici veterinari italiani) e veterinario comportamentalista, tra gli esperti che hanno partecipato
al tavolo per il benessere animale, ''non esistono razze canine pericolose''. Secondo l' esperto sono quattro i motivi per abbandonare la black list: mancano numeri reali sulle aggressioni; la violenza non e' genetica; i protocolli di allevamento sono sbagliati; l'addestramento all'attacco va contrastato;
- LA POLEMICA: contrario all'abolizione della black list il Codacons che chiede di ''togliere la
delega al sottosegretario Martini''. Secondo il Codacons le 190 morsicature al giorno ''non si possono ricondurre solo ad un mancato addestramento''.
Cavalca la ''naturale aggressivita' di alcune razze'' il senatore del Pdl, Andrea Fluttero mentre invita a non abbassare la guardia il Movimento italiano genitori. Entusiasmo per l' abolizione
delle razze da parte dell'Ente nazionale protezione animali (''bene il cambio di rotta, le liste non servono, sono tanti i cani che tornano a essere cani e non macchine da guerra dopo l'opera di rieducazione'', dice il presidente dell'Enpa Carla Rocchi). Bene anche da parte della Lega Antivivisezione.
- CAMPAGNA ANTI-RANDAGISMO: in Italia ci sono 600 mila cani di ''strada'' di cui solo un terzo ospitati nei canili rifugio. Contro questa piaga per la prima volta scende in campo il
ministero del Welfare che, con Oliviero Toscani, ha lanciato una campagna nazionale. ''Sara' la spina nel fianco di chi sta per abbandonare il proprio cane prima di andare in vacanza'', ha detto il sottosegretario alla Salute, Francesca Martini, che lancia anche la campagna canili aperti e politiche di affido.
Presto anche una guida, insieme al sottosegretario al Turismo, Michela Brambilla, agli alberghi
che accolgono gli animali.
La conferenza stampa è visibile su http://www.webtv.ministerosalute.it/site/it-IT/
ANSA AMBIENTE 8 LUGLIO 2008
CANI PERICOLOSI: FLUTTERO (PDL), ORDINANZA NON E' SOLUZIONE
ROMA - ''Un punto di partenza ma non la soluzione al problema''. Il senatore del Pdl, Andrea Fluttero,si esprime cosi' in merito all'ordinanza ministeriale per l' incolumita' pubblica dalle aggressioni di cani, ipotizzata oggi dal sottosegretario Marini. ''Non si puo', infatti, negare - secondo Fluttero - la naturale, perche' genetica, aggressivita' di alcune razze e la pericolosita' connessa alla loro struttura fisica, ne' si puo' verosimilmente pensare che bulli o persone, che dell' aggressivita' del loro animale fanno vanto, possano essere facilmente educati''. Il senatore si augura, infine, che ''il suo disegno di legge sui cani pericolosi possa, attraverso un serio ed
approfondito dibattito in aula, concorrere ad approvare una norma che riduca significativamente i rischi ed i danni provocati dai cani pericolosi''.
ANSA AMBIENTE 8 LUGLIO 2008
CANI PERICOLOSI: VETERINARIO, NO BLACK LIST MA FORMAZIONE
ROMA, 8 LUG - Non esistono razze canine pericolose, la violenza non e' genetica nel cane come non lo e' nell'uomo. Lo afferma Raimondo Colangeli, Presidente della Societa' Italiana di Scienze Comportamentali Applicate (Sisca-Federata Associazione nazionale medici veterinari italiani) e medico veterinario comportamentalista, tra gli esperti che hanno partecipato oggi al
tavolo per il benessere animale voluto dal Sottosegretario Francesca Martini. Per Colangeli quattro i motivi per abbandonare la black lista.
Ecco i punti: - MANCANO NUMERI REALI DELLE AGGRESSIONI: ''In Italia manca una panoramica reale delle aggressioni'', afferma l'esperto. ''Nonostante cio' - aggiunge - se si controllassero le aggressioni legate ai soggetti delle razze in questione se ne potrebbe facilmente dedurre che il numero di aggressioni legate ai suddetti soggetti risultano molto meno importanti rispetto a soggetti di razze che neanche figurano nelle varie ordinanze ministeriali'';
- VIOLENZA NON E' GENETICA: ''Una causa socio-culturale porta a scegliere alcuni tipi
di razze per esaltare una violenza sociale di alcuni individui, ma qui non vi e' nulla di genetico (nei cani come negli umani). La formazione dei proprietari e di tutti gli attori della filiera dell'animale da compagnia e' la soluzione del problema'';
- PROTOCOLLI ALLEVAMENTO SBAGLIATI: ''Razze canine considerate mansuete hanno dei comportamenti di aggressione legate a delle patologie comportamentali legate a protocolli di allevamento che non sono attenti ad uno sviluppo comportamentale'' socievole; la razza non ha la minima importanza ai fini del rilevamento epidemiologico'';
- CONTRASTARE ADDESTRAMENTO ALL'ATTACCO: ''Va contrastato qualunque addestramento che tenda ad aumentare o modificare sequenzialmente il comportamento di aggressione di un cane''. Come in altri paesi europei ''l'addestramento all'attacco deve essere strettamente regolamentato. I cani morsicatori devono essere valutati ed in caso aiutati attraverso una terapia mirata''.
ANSA - 8 LUGLIO 2008
CANI PERICOLOSI: SISCA, LA VIOLENZA NON E' GENETICA
Cremona - Ci sono almeno quattro ragioni per essere contrari alle black list e le ha elencate il presidente della Societa' Italiana di Scienze Comportamentali Applicate (SISCA- Federata ANMVI), Raimondo Colangeli, medico veterinario comportamentalista, tra gli esperti che hanno partecipato oggi al tavolo per il benessere animale voluto dal sottosegretario Francesca Martini.
1. In Italia non abbiamo una panoramica reale delle aggressioni, in quanto sono refertate dai servizi del sistema sanitario in percentuale significativa solo le aggressioni che avvengono all'esterno delle abitazioni e verso estranei: i proprietari "difendono i loro pet (cani, gatti, ecc.) minimizzando" i comportamenti di aggressione nei loro confronti o all'interno delle mura domestiche. Dall'analisi del quadro epidemiologico i dati risultano falsati e quindi non attendibili.
2. Una causa socio-culturale porta a scegliere alcuni tipi di razze per esaltare una violenza sociale di alcuni individui, ma qui non vi e' nulla di genetico (nei cani come negli umani). La formazione dei proprietari e di tutti gli attori della filiera dell'animale da compagnia e' la soluzione del problema.
3. Razze canine considerate mansuete hanno dei comportamenti di aggressione legati a patologie comportamentali che si creano nei protocolli di allevamento che non sono attenti alla socializzazione intra e interspecifica, all'autocontrollo, alla esplorazione e conoscenza degli stimoli dell'ambiente di vita futura. Anche i cani che provengono da rifugi vengono abilmente "piazzati" facendo leva sul sentimento delle persone, senza una valutazione dell'animale e una formazione della famiglia adottante, con il risultato di avere dei cani "fobici sociali" con
comportamenti di aggressione per paura. La razza non ha la minima importanza ai fini del rilevamento epidemiologico.
4. Va contrastato qualunque addestramento che tenda ad aumentare o modificare sequenzialmente il comportamento di aggressione di un cane: come in altri paesi europei l'addestramento all'attacco deve essere strettamente regolamentato. In conclusione, i cani sono esseri senzienti (come sottolinea lo stesso Trattato di Lisbona), sono animali
estremamente sociali, dotati di aree cognitive ed emozionali che individualmente vengono modificate, arricchite con la collaborazione e l'aiuto di quell'Uomo con cui condivide la vita da 100.000 anni.
NEWS 8 LUGLIO 2008
Francesca Martini: "Nessun cane è pericoloso...niente black list"
Nessuna lista di prescrizione per i cani italiani.
Il Belpaese cambia registro e annuncia novità. Lo fa, nello specifico, il sottosegretario al Welfare Francesca Martini: ci sarà una nuova ordinanza (che segue quella siglata dall'ex ministro della Salute Livia Turco) e non prevedera' black list. "C'è un lavoro attivo per riuscire
prima dell'estate, con una nuova ordinanza, a eliminare la lista dei cani ad aggressività non controllata", spiega Martini nel corso della conferenza di presentazione della campagna anti-abbandoni del 2008, "la prima del ministero". "Si riunirà, oggi stesso, il tavolo permanente
per il benessere degli animali da affezione che prenderà in esame la vecchia ordinanza e ne preparerà una nuova puntando, questa volta, all'educazione e alla formazione dei proprietari con alla base il principio della responsabilizzazione". Il sottosegretario è convinta che non serva nessuna black list e non usa mezzi termini: "Nessun cane è geneticamente pericoloso, è una questione che riguarda l'educazione dei padroni".
GAZZETTINO DI TREVISO 9 LUGLIO 2008
La cagnetta di Muraro testimonial contro l'abbandono
Serena Masetto
Mogliano (TV) - Ha quattordici anni, da tredici vive a Mogliano col suo padrone, il presidente della Provincia Leonardo Muraro. Ambra, una bellissima cagnetta da caccia abbandonata nel 1996 dai suoi padroni perchè terrorizzata dagli spari, è quest'anno la testimonial della campagna estiva contro l'abbandono degli animali domestici. Chi meglio di lei, del resto, può sapere cosa significhi per un cane o un gatto trovare una nuova famiglia dopo aver perso i propri padroni ed essere stato ospitato in un canile? Il suo musetto, assieme al ritratto del presidente Muraro, campeggerà da domani sui principali quotidiani locali della provincia e sulle fiancate dei pullman de "La Marca". Il messaggio della campagna provinciale "Sempre accompagnati, mai abbandonati" riguarda gli animali domestici ma anche la sicurezza stradale per i conducenti di auto, bici o moto che incappano in incidenti causati da attraversamenti di cani o gatti. «Nel nostro territorio si parla di circa 3-400 casi (un decimo di quelli italiani, ndr) contando anche incidenti con animali selvatici. Abbiamo voluto mettere a disposizione il nostro numero telefonico 0422-656000 per segnalare abbandoni e allo stesso modo sensibilizzare la cittadinanza sull'uso del microchip. L'animale abbandonato va incontro a morte certa e può causare quella degli utenti della strada. E' importante dunque sensibilizzare su questa tematica». Qualche giorno fa a Cimadolmo c'è stato un incidente sul ponte vecchio, quello sul quale il traffico viene deviato per lavori in corso: «Il conducente della macchina sfasciata - continua Muraro - ha detto alle forze dell'ordine che aveva cercato di evitare un gatto che
attraversava. I padroni di animali devono capire che il migliore amico dell'uomo non può esserlo solo per qualche mese all'anno, salvo poi scaricarlo. Ambra, la mia cagnetta testimonial della campagna pubblicitaria, è stata abbandonata proprio così, dai cacciatori suoi padroni, perchè aveva paura degli spari e non serviva più. Io l'ho presa in canile, ma molti altri cani che finiscono in strada o muoiono o causano incidenti. E' proprio questa consapevolezza che vogliamo creare».
LIBERO 9 LUGLIO 2008
L'ITALIA DEI RANDAGI
Caterina Maniaci
«Tu di che razza sei? Umana o disumana?»: questa è la domanda che si legge accanto allimmagine di un cagnolino abbandonato per strada, dallo sguardo triste e incredulo - o forse, chi lo sa, ancora fiducioso, nonostante tutto. Una domanda destinata a diventare lo slogan della campagna contro labbandono degli animali promossa dal ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e firmata da Oliviero Toscani.
Il manifesto apparirà sui principali quotidiani da oggi, mentre gigantografie che riproducono il manifesto campeggeranno - dal 21 luglio - nei viali delle città, lungo strade e autostrade, per raggiungere ovunque anche chi parte per le vacanze. Oltre alla domanda a caratteri cubitali, il manifesto lancia un appello e un monito: «Lasciami da un parente, lasciami da un amico, lasciami in una pensione, lasciami in un canile, ma non lasciarmi per strada. Pensaci>>.
Anche perché, ricorda lo slogan, «abbandonare un animale è un reato penale».
Campagna storica
Il sottosegretario al ministero del Lavoro, Salute e Politiche sociali con delega alla Salute Francesca Martini, ha spiegato perché - «evento storico» - quest'anno la campagna è stata voluta e varata direttamente dal Ministero: «Bisogna andare contro la sottocultura vigente in Italia che tratta gli animali come giocattoli. Un cane che non si può tenere, si può e si deve affidare a un parente, a un amico. Anche i nostri canili sono pronti ad accogliergli per affidarli poi ad altre famiglie o persone in grado di curarli». Non si tratta solo di una questione di etica, di affezione, di crescita culturale, o meglio, appunto, di sottocultura. L'abbandono degli animali, in particolare dei cani, è un fenomeno preoccupante, secondo i dati forniti dalle Regioni, specie al Sud: abbandonati per strada, soprattutto durante le vacanze, condannati all'improvviso a una vita di stenti, possono trasformarsi in un pericolo, causare incidenti
stradali o, diventati selvatici, aggredire altri animali o l'uomo.
I numeri parlano chiaro: nel 2007 sono 600mila i cani randagi segnalati al Ministero, mentre sono oltre 149mila sono ospitati nei canili. La regione italiana che vanta il numero più elevato di randagi è la Puglia, con 70.671 animali che vagano per la campagna o per le periferie delle città.
Niente più elenchi
Non solo. Il sottosegretario torna allattacco delle liste nere per le razze canine considerate aggressive. «Sono inutili, lo ripeto. Entro lestate emetteremo una nuova ordinanza senza alcuna black list delle razze dei cani pericolosi». Il sottosegretario ha richiamato alla responsabilità dei proprietari e alla loro formazione. Sull'argomento ordinanza si è riunito ieri il tavolo ministeriale sul benessere animale, cui partecipano enti e associazioni di settore, insieme alle rappresentanze della veterinaria pubblica e privata. Oltre allo stop della black list,
si prevede l'inasprimento dei controlli in tutti i centri di addestramento che vengono incontro al desiderio dei proprietari di rendere in cani aggressivi. Ci sarà inoltre l'incentivazione degli
affidamenti e il lavoro sui cittadini. Nell'ordinanza attualmente in vigore le razze giudicate pericolose sono diciassette. Il sottosegretario Martini ha confermato dunque la volontà di andare avanti sulla eliminazione della lista delle razze pericolose.
La decisione che ha sollevato le rimostranze dei diversi soggetti tra cui il Codacons che chiedeva l'allargamento di questa lista cavalcando i dati sulle morsicature (190 al giorno). «Con questi dati citati il Codacons», ha replicato la Martini, «ha dimostrano ancora di più che la
black list non serve a nulla». Martini ha quindi sottolineato che l'Italia seguirà il «modello francese con il massimo coinvolgimento delle strutture sul territorio e il lavoro sui proprietari».
Vacanze da cani
Un altro passo avanti nella lotta contro gli abbandoni è quello di «sviluppare la rete degli esercizi pubblici - alberghi, pensioni, bar, ristoranti - che siano in grado di ospitare gli animali portati in vacanza con i padroni, così come avviene ormai da anni nei Paesi del Nord Europa», ha sottolineato Francesca Martini, lavorando, in tal senso, in stretto accordo con il sottosegretario al Turismo, Michela Brambilla.
Le associazioni, come l'Ente nazionale protezione animali (Enpa) e la Lega antivivisezione (Lav), plaudono alle iniziative illustrate dal sottosegretario, al suo impegno concreto e alla sua
posizione sulle liste nere di cani. Carla Rocchi, presidente nazionale dellEnpa, ha sottolineato come «con il cambio di rotta del governo finalmente si interviene non sugli incolpevoli animali ma sugli uomini che, per ragioni varie, rendono feroci e aggressivi alcuni cani».

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