Pluto Progetto Fauna onlus

Pluto Progetto Fauna onlus, costituita nel 1991, è una onlus che si occupa di tutelare gli animali abbandonati e prevenire il randagismo. Responsabile della gestione del Rifugio Pluto House sino al marzo 2007, oltre ad aver provveduto all'intervento, cura, mantenimento e affidamento di oltre 6500 animali abbandonati, si occupa da sempre della promozione delle adozioni, della prevenzione degli abbandoni, dell'incentivazione delle sterilizzazioni, della salvaguardia delle colonie feline. Opera anche a livello preventivo, attuando campagne di sensibilizzazione e informazione nelle scuole di ogni ordine e grado e organizzando eventi formativi per i cittadini. PER INFORMAZIONI 347.8439127 plutohouse@hotmail.it

venerdì 30 marzo 2007

Comunicato stampa 30 marzo 2007

ASSOCIAZIONE PLUTO PROGETTO FAUNA ONLUS
COMUNICATO STAMPA 30 MARZO 2007 
È inutile presentarci e dirvi chi siamo perché ormai ci conoscete tutti ed è inutile elencare tutte le attività svolte dalla nostra Associazione per sensibilizzare, educare e combattere il flagello del randagismo. Il nostro lavoro e le nostre battaglie si sono svolte attraverso le scuole, i giornali, l’opinione pubblica…
Abbiamo lavorato in condizioni quanto mai disagiate con le nostre forze, coscienti che la struttura era inadeguata, ma non avevamo alternative.
Abbiamo provato ad apportare qualche miglioria, per esempio costruendo dei cordoli per evitare che i cani, scavando, potessero scappare ma siamo state immediatamente diffidate e denunciate per abuso edilizio ed abbiamo dunque pagato una penale.
Questo ha fatto si che alcuni cani fossero tenuti a catena, ci chiederete perché non abbiamo mai pensato di chiudere il numero delle entrate ma il nostro spirito era quello di salvare più cani possibili sia per evitare incidenti ma soprattutto per dare l’opportunità ad ognuno di essere adottato, non per niente ogni anno trovavano famiglia circa 400 cani, ed è tutto documentato.
Questo è forse un business?
Le quote versate dai comuni per ciascun cane erano inferiori di molto da quelle indicate dalla Regione Marche (dalla quota fissata di €2,50 per cane i comuni pagavano tra €1 e €1,80), senza contare che a nostro totale carico erano più di 100 cani, per non parlare delle spese sanitarie da noi sostenute, interventi, vaccini o altro che dovevano essere a carico dell’ASUR e che mai ci sono state rimborsate, se non nell’ultimo con l’arrivo del nuovo direttore sanitario del servizio veterinario dell’ASUR11 di Fermo che ha stabilito una convenzione con i veterinari privati per quanto riguarda le vaccinazioni.
Cosa ci possiamo rimproverare?
Forse il troppo rispetto verso gli animali e la ferma volontà di non lasciali ai mille pericoli del randagismo ci ha indotta ad usare fin troppa discrezione anche nei confronti di umani che hanno continuato a servirsi del rifugio pur se sovraffollato.
Avremmo dovuto forse denunciare anche noi il degrado strutturale, ma la nostra piccola associazione di provincia sarebbe stata in grado di richiamare il sostegno di tutte le forze orbitanti attorno al Sig. Mei Tomasi, presidente dell’Associazione ANTA che gestisce attualmente il canile?
O i risultati sarebbero stati ben diversi e tutti a discapito dei cani?
Francamente siamo rimaste colpite che la denuncia sia giunta proprio da lui, dato che il 13 settembre, a seguito di uno scambio di mail inerenti l’Associazione Pluto, proprio il Sig. Mei Tomasi dichiarava: “Andando oltre riteniamo importante stabilire che in assenza di lucro da parte dei soggetti che gestiscono, come appare in questa situazione, la responsabilità per maltrattamento o per situazioni di disagio derivante da una carenza strutturale, alimentare o di cure sono da imputarsi esclusivamente alle autorità che dovrebbero provvedere ad eliminare le situazioni di disagio (comuni, asl); volendo intraprendere questa strada ci offriamo volentieri per sostenere ogni iniziativa finalizzato a tale obiettivo.”
I risultati purtroppo sono stati ben diversi: unico capro espiatorio penale un’associazione che si batte da anni per salvare cani abbandonati e randagi.
Ci chiediamo quindi perché questo signore, invece di unire le sue forze a noi, un’associazione di volontariato, ha voluto colpirci così durante?
E adesso in canile cosa è cambiato?
Attualmente i cani stanno in mezzo alle pozzanghere a causa della pioggia di questi giorni senza nessuno che aggiunga la ghiaia come facevamo sempre noi, perché la ghiaia non c’è.
Forse oggi l’ANTA potrà apportare delle migliorie strutturali senza essere accusaa di abuso edilizio.
Forse riuscirà a a farsi pagare da tutti i comuni la quota intera per tutti i cani ospitati.
Forse riuscirà in breve tempo a costruire canili a norma.
Certo è che l’Associazione ANTA è stata più brava di noi ad attirare l’attenzione dei media, e a mettere alle strette le istituzioni nel giro di poco tempo.
Ma come hanno fatto?
E come mai tanto interesse per un canile di provincia, fin ora dimenticato da tutti e gestito solo da un manipolo di volontari?
Restando con questo interrogativo vorremmo ringraziare comunque tutti coloro che ci stanno aiutando e sostenendo in molti modi, a partire dalla massiccia raccolta firme per la petizione che in sole due settimane ha raggiunto quota 1500 firme, ringraziamo anche le molte associazioni regionali e nazionali che ci hanno dato il loro sostegno morale.

CONSIDERAZIONI: Comunicato Stampa 30 Marzo 2007
Quotidiano l’unione Sarda, sabato 9 Agosto 2003 (Andrea Piras): “Denuncio il Comune per maltrattamento animale” Questo quanto dichiarato dal gestore del DOG CITY, Bruno Mei Tomasi.
Questo quanto asserito dalla persona che sta diventando giorno dopo giorno l’incubo crescente dei 600 ospiti di Pluto. Motivo della denuncia e dello scontro tra il proprietario del canile e l’assessore municipale Politiche sociali e sanità, Pierfranco Gaviano (Carbonia) la morosità del Comune: morosità da risolvere entro 7 giorni pena portare immediatamente via i cani dal rifugio o passare dalla tariffa quotidiana che l’amministrazione deve accollarsi per ogni randagio da Euro 2,50 a Euro 5.
Comunicato Stampa del Sig. Bruno Mei Tomasi, Presidente dell’ANTA (autrice delle denuncia contro l’Associazione Pluto Progetto Fauna) del 14 ottobre 2006 in merito alla situazione del canile di Ardea (RM) ed al trasferimento dei cani dal Canile “Centro Cinofilo Casa delle Armi” ad un Canile in provincia di Napoli. Nel comunicato stampa viene riportata la lettera inviata dal Sig Bruno Mei Tomasi al Sindaco Dott. Carlo Eufemi: “ Come certamente saprà, oltre alle Leggi regionali, che indicano alcuni criteri attuativi in riferimento alla Legge quadro sul randagismo, la 281/91, la stessa legge, pone dei limiti organizzativi a cui le amministrazioni comunali devono attenersi, in particolare all’Art. 4, comma 1 che cita: I comuni singoli od associati e le comunità montane provvedono al risanamento dei canili e costruiscono rifugi per cani ……… Prendendo atto che la Legge 281/91, non indica come possibile alternativa lo spostamento dei cani da un Comune all’altro, e ancor meno da una regione all’altra, risulta ovvio che lo spostamento dei cani appare del tutto illegittimo e incompatibile, quindi non attuabile.” Sta di fatto che in conclusione l’ANTA ha chiesto di gestire il nuovo canile del Comune di Ardea.
Non si riesce pertanto a comprendere la richiesta, la quale palesemente contrasta con quanto asserito al Sindaco di Ardea, che il Sig Mei Tomasi, nella dichiarazione stampa rilasciata e pubblicata sul resto del Carlino del 21 Marzo, di voler chiedere il trasferimento di alcuni cani bisognosi di cure e ricoverati da Pluto in un canile fuori regione. Cani che a miglior dettaglio non presentano segni di violenza o incuranza ma che necessitano di cure poichè anziani ed ai quali non è stata mai negata la dovuta assistenza (i farmaci acquisiti in proposito ne sono l’evidente prova). Non commentiamo l’espressione usata nel contesto dallo stesso Tomasi che riconosce, sempre nello stesso Articolo, che nella ns. zona (si allarga alle Marche?) non esiste alcun canile a norma. Si sente già nell’aria odore di altri controlli ????
E pensare che il 13 Settembre 2006, ore 11,28, l’associazione Pluto aveva inviato ad una mailing list, presente come destinatario anche il presidente dell’associazione Anta, una descrizione dettagliata della situazione del canile in cui veniva palesata la coscienza di agire in una struttura precaria ma di accudire circa 600 animali ritenuti dalle precedenti ispezioni, tra i quali quella dei NAS di Ancona in data 7 Marzo 2005 (che verbalizzano e sottoscrivono: All’atto del controllo non è stato riscontrato alcun tipo di maltrattamento agli animali) in reali condizioni ottimali di salute, auspicandoci che il fatto accaduto avesse risvegliato la volontà dei Sindaci rivolta ad edificare un nuovo canile a norma. Nello stesso giorno alle ore 12,34 abbiamo ricevuto dallo stesso Tomasi un e mail in cui veniva testualmente dichiarato: “Andando oltre, riteniamo importante stabilire che in assenza di lucro da parte dei soggetti che gestiscono, come appare in questa situazione, le responsabilità per maltrattamento o per situazioni di disagio derivante da carenza strutturale, alimentari o carenze di cure sono da imputarsi esclusivamente alle autorità che dovrebbero provvedere ad eliminare le situazioni di disagio (comuni e ASL); volendo intraprendere questa strada ci offriamo volentieri per sostenere ogni iniziativa finalizzata a tale obiettivo.
I risultati purtroppo sono stati ben diversi: unico capo espiatorio penale: un’associazione che si batte da anni per salvare cani abbandonati e randagi, la richiesta ad un sindaco di gestire il nuovo canile attraverso un’Associazione di Civitanova Marche i cui associati, pur essendo a conoscenza della realtà del canile e frequentando da anni il rifugio sotto forma di volontariato, non si sono mai apertamente palesati, ed infine l’ombra dello spostamento di circa 400 cani addirittura fuori regione poco dopo sfatata grazie ai prefabbricati forniti dalla protezione civile.
Forse qualcosa da tutta questa storia ci è stata insegnata: il troppo rispetto verso gli animali e la ferma volontà di non lasciarli ai mille pericoli del randagismo ci ha indotto ad usare fin troppa discrezione anche nei confronti di “umani” che hanno continuato a servirsi del rifugio pur se sovraffollato. Insistenti richieste verbali e scritte rivolte ai responsabili dell’Azienda Sanitaria e ai primi Cittadini che si sono succeduti nel tempo non si sono mai tradotte da parte ns. in una scelta estrema anche perché alle nostre richieste c’è stata sempre una risposta (forse studiata) da parte dei Sindaci attestante la loro volontà di partecipare alla costruzione del nuovo canile; risposta ampiamente documentata da articoli trasmessi dagli stessi sui quotidiani.
E chissà, se pur ricorrendo alla scelta estrema quale potrebbe essere stata una denuncia, una piccola associazione di Provincia, senza alcun supporto, sarebbe stata in grado di richiamare il sostegno di tutte le forze orbitanti attorno al Sig. Tomasi o il tutto si sarebbe soltanto tradotto in un immediato ordine di sgombero della struttura e degli animali lasciandoci solo l’amaro in bocca di vedere sparpagliati i ns. ospiti a quattrozampe in rifugi lontani.
Per il bene di quegli animali possiamo comunque dirci soddisfatti della sistemazione ambientale che il Sig. Tomasi ha saputo ottenere, condizione che potrà senz’altro non far altro che migliorare le condizioni sanitarie degli animali sempre ritenute ottimali.

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